RISERVA N.O. -monte Sambughetti / Campanito-

Nicosia, Sicily, Italy
6.5km / 1 hr 58 mins

Il valore naturalistico della riserva naturale di Sambughetti Campanito, è eccezionale per la varietà di ambienti e la biodiversità presenti in quest’area. L’emergenza ambientale più significativa della riserva è sicuramente la presenza di una ricca faggeta nella parte alta del cosiddetto Bosco della Giumenta, sulla sommità del monte Sambughetti, distribuito a partire dai 1.350-1.400 Mt. s.l.m. Si tratta del relitto di una faggeta costituitasi in epoca glaciale nella quale l’areale della pianta raggiunge il suo estremo limite meridionale, come a dire che più a sud di Sambughetti non esiste più alcun faggio.Oltre alla faggeta c’è un fitto bosco di querce (cerro e roverella) dove s’insediano biancospini e prugnoli, ed è presente anche il castagno. Lo stesso acero campestre, fa parte della flora di questo sito. Più in alto, robuste macchie d’agrifoglio e radure ricchissime in felci testimoniano la presenza della flora di epoca terziaria che precedette l’arrivo delle foreste nord-europee durante il ciclo delle ultime glaciazioni: questa flora la si ritrova oggi sulle Madonie e nel Caucaso. I boschi sono ricchi di funghi a cappello tra cui diversi eduli, l’agarico citrino, la mazza di tamburo, la famigliola buona o chiodini, il prataiolo, l’orecchione e la lepiota crestata velenosa/tossica. La fauna è quella tipica dei boschi siciliani: la volpe, il gatto selvatico, la martora, la donnola fra i predatori. Una presenza eccezionale è la cincia bigia di Sicilia, uccellino endemico del territorio nebrodense. Nelle aree umide, soprattutto in contrada Campanito, a circa 1.300 m s.l.m.. A valle ci sono veri e propri laghetti e piccoli stagni sulle cui rive troviamo i pioppi e i salici. La vegetazione acquatica è rappresentata da piante completamente sommerse (come la brasca comune o il millefoglio d’acqua comune) o parzialmente emerse, come il delizioso ranuncolo acquatico, le cui foglie sommerse sono filamentose e sottili e quelle aeree arrotondate e appoggiate a pelo d’acqua, e la lenticchia d’acqua che in certi periodi ricopre quasi completamente la superficie lacustre di un tappeto verde ondeggiante. In quest’area troviamo la fauna d’ambiente umido, gli anfibi, mentre nelle acque nuotano la biscia dal collare e la tartaruga palustre.Le zone aperte presentano due tipi diversi di ambienti naturali: prato-pascolo e aree aperte con affioramenti rocciosi. Nelle prime si pratica il pascolo di montagna, mentre le seconde sono colonizzate dal timo spinoso e presentano affioramenti rocciosi quarzarenitici. L’attento osservatore, potrà scorgere rapaci e magari avvistare anche il nibbio reale. Il sistema montuoso, cui appartengono i monti Campanito (1.514 m s.l.m.) e Sambughetti (1.559 m s.l.m.), è una catena parallela ai vicini Nebrodi con cui condivide affinità geologiche non indifferenti, si tratta di depositi del Flysh Numidico, essenzialmente formato da detriti accumulatisi ad opera di correnti sottomarine e poi affiorati in fasi successive.Il pinnacolo roccioso del Monte Campanito arriva, solitario, sino a 1.508 m di quota. Sulle pendici del massiccio, a sud, c’è un affioramento di marne gessose che si presenta con la gibbosità del Monte Bauda (1.000 m s.l.m.) su cui si hanno fenomeni di carsismo che si manifestano sotto forma di doline con inghiottitoi. Più in basso di Monte Bauda esiste una zona denominata Grottavascia.Qui il paesaggio assume una forma poco consueta per la Sicilia, rievoca, difatti, l’aspetto delle aree montuose dell’Europa continentale.AVVISO IMPORTANTE:E' Possibile prenotare il Tour, per gruppi non inferiori a 10 unità, assistito da guide esperte del territorio.Per contatti:ECOMUSEO "Petra d'Asgotto" Nicosiamobile: 349-5393302   339-4986986   340-2279729mail: ecomuseonicosia@virgilio.it  Questa audioguida è stata realizzata da Salvo Burrafato, tesoriere dell'Ecomuseo "Petra D'asgotto" di Nicosia e fa parte del progetto Sicilia Beni Culturali per izi.TRAVEL coordinato da Elisa Bonacini, Università di Catania.La voce narrante è di Salvo Burrafato.

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