Sulle vene della Puglia
L’Acquedotto pugliese in bicicletta: la Ciclovia dell’Acqua.
Percorrere questi sentieri, che sono tra le “vie verdi” più belle d’Europa, è come attraversare il cuore di pietra della Valle d’Itria godendo del paesaggio da una posizione decisamente privilegiata: quella che si merita il viaggiatore responsabile, alla ricerca di emozioni uniche ed autentiche.
A piedi, facendo trekking, in bicicletta oppure a cavallo, con forme di mobilità dolce, è possibile infatti muoversi all’altezza delle fronde di fragni e roveri, sui pinnacoli dei trulli, sopra stalle, cisterne, pozzi, orti, terrazzamenti; sul reticolo dei tratturi, delimitati dai muretti a secco.
Dolcemente. Alla scoperta di una Puglia lontana dai flussi turistici di massa, ancora autentica e pregna degli elementi essenziali della cultura contadina.
Parte delle vie che ricoprono le poderose condotte d'acqua - le storiche “vene” della Puglia sono oggi infatti fruibili per passeggiate a piedi e in bicicletta, grazie ad un progetto finanziato dalla Regione Puglia e realizzato dall'ente Acquedotto Pugliese.
Parliamo del primo tratto attrezzato del percorso della Ciclovia dell’acqua, il corridoio acquedottistico più famoso d’Italia. Esso è parte della variante pugliese della "Ciclovia degli Appennini", l’itinerario nazionale numero 11 della rete ciclabile proposta dall’associazione Bicitalia, ed è il secondo percorso ciclabile europeo su acquedotto.
Appena 11 chilometri per un percorso pianeggiante e privo di difficoltà, che hanno un obiettivo davvero particolare: trasformare la via dell’acqua in uno dei più belli e affascinanti percorsi cicloturistici d’Europa, che, al completamento del progetto, dovrebbe collegare, in Puglia, la città di Locorotondo con quella di Grottaglie.
La ciclovia rappresenta infatti solo il primo stralcio di un più grande sistema di oltre 250 km, individuato nell’ambito del progetto CYRONMED: itinerari per una rete ciclabile del Mediterraneo.
Il percorso ciclabile attualmente fruibile parte dalla contrada di Figazzano, sulla via dei trulli, nel cuore della valle d’Itria, dove sono ubicati l’impianto elevatore idrico ed un nuova area di sosta, che rende disponibili tutti i servizi di base per i cicloturisti, ed è sede del GAL, il Gruppo di Azione Locale.
Attraverso un itinerario lineare che alterna saliscendi a tratti pianeggianti, raggiungibile da e verso i principali centri urbani della valle, è possibile arrivare fino all'incrocio con la strada statale che unisce Martina Franca a Ceglie Messapica, nella provincia di Brindisi, grazie ad un largo sentiero realizzato in pietrisco pressato che passa sulla china di cinque ponti canali.
I "ponti canali", sono storiche opere di ingegneria idraulica che consentono di superare gli avvallamenti del terreno e garantire al flusso d’acqua una pendenza adeguata, che oggi offrono agli occhi del turista una posizione privilegiata per ammirare un paesaggio ancora autentico, trasformato in maniera sostenibile dall’uomo che ancora lo abita.
Oppure di fermarsi un attimo ad ascoltare la storia antica del suo principale patrimonio culturale.
Chi ve la racconta, non ha intrapreso un viaggio con destinazione Puglia sognando le vacanze in Italia, ma pace, casa e un permesso di soggiorno.
Pedalare sulle vie dell’acqua, e sulle testimonianze di civiltà che essa attraversa per soddisfare un bisogno primario, è per noi un percorso rivelatore, oltre che l’espediente narrativo di un racconto che avrà come protagonisti persone, contrade, masserie, trulli, muretti a secco, jazzi, coltivazioni, prodotti tipici, flora e fauna tipica della macchia mediterranea.
Insieme a consigli su come visitare responsabilmente il territorio ed entrare in contatto con la comunità rurale che lo ha ereditato. Per vivere un’esperienza immersiva. #sullevenedellaPuglia
Progetto per l’integrazione sociale e la valorizzazione del territorio a cura del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati di Martina Franca.
Liberamente ispirato dal racconto di V. Stagnani, in "Puglia fuori strada", Bari, 2009.