Gli Ordini mendicanti a Cortona
Questo itinerario non sarà un racconto storico, ma un assaggio della spiritualità di Cortona, le cui vie sono state percorse da santi che qui hanno vissuto e operato miracoli.
Avviamoci allora a scoprire la parte più bella di Cortona.
Alla fine del XII secolo cominciarono a diffondersi in tutta Europa dottrine eterodosse che vennero condannate dalla Chiesa come eresia. Sicuramente i comportamenti deviati della Chiesa, più interessata alla conquista di potere che alla salvezza delle anime, aveva contribuito alla nascita di nuove forme di spiritualità che si allontanavano sempre più dai valori del Vangelo e mettevano in discussione la centralità del papato.
Le eresie furono combattute aspramente con metodi repressivi come la scomunica e l’Inquisizione; ma ben presto papa Innocenzo III si accorse che sarebbero serviti altri metodi per contrastarne il dilagarsi.
Gli Ordini mendicanti si formarono a cavallo tra il XII e il XII secolo e furono certamente lo strumento per riparare agli errori fatti dalla Chiesa. Essi erano il frutto di una scelta laicale di adesione vera e sincera ai valori del Vangelo, che si esprimeva in una vita di povertà allo scopo di portare Cristo alla gente.
I primi Ordini mendicanti che si formarono furono quello Francescano con san Francesco di Assisi e quello Domenicano con san Domenico da Guzmán. I frati vivevano di carità e, a differenza dei monaci, si radicarono all’interno delle città.
Non sappiamo quando i Domenicani si stanziarono a Cortona, si presume intorno al 1230, essendo il convento domenicano uno dei più antichi; la prima notizia della chiesa di San Domenico risale al 1364, anche se possiamo affermare con sicurezza che la sua costruzione sia precedente.
La nascita dell’Ordine Francescano a Cortona è invece ben documentata, poiché fu lo stesso Francesco a predicare e compiere miracoli in città, alcuni dei quali furono raccolti nella biografia del Santo scritta da Tommaso da Celano.
Il Poverello d’Assisi, dopo aver ottenuto da papa Innocenzo III il riconoscimento della Regola e il permesso di predicare, si trasferì nel 1211 a Corona. Il bisogno di preghiera e contemplazione lo portava spesso a dimorare in una località isolata vicino alla città, chiamata “Le Celle”. Qui vi fondò una comunità di frati a cui si unirono giovani cortonesi convertiti dalla semplicità e profondità del santo; tra questi vi fu anche il beato Guido, le cui spoglie, salvate dalle razzie degli Aretini nel 1258, si trovano ancora oggi all’interno della cattedrale di Cortona.
Nel giugno 1226, mentre si trovava alle Celle, san francesco dettò il Testamento, in cui esortava l’Ordine a non allontanarsi dallo spirito originario. Alla morte del santo nel 1226 la direzione dell’Ordine passò in mano a Frate Elia. Egli ampliò il Convento delle Celle e progettò e costruì la chiesa e convento di San Francesco in Cortona.
Molti anni dopo la morte di Francesco, la sua spiritualità continuava ad attirare sempre più fedeli: tra questi, una certa Margherita, che rifiutata dalla sua famiglia lasciò Laviano con il figlioletto e trovò ospitalità a Cortona.
Margherita era una ragazza di umili origini rimasta orfana di madre molto giovane; il padre si era risposato dopo pochi anni con una donna gelosa di lei, che la scacciò di casa.
Margherita ebbe una storia d’amore con Arsenio – così viene chiamato nella tradizione popolare – un nobile signore di Montepulciano dal quale ebbe un figlio, ma il matrimonio tra i due fu sempre ostacolato dalla famiglia del giovane a causa delle umili origini della ragazza.
Alla morte del compagno, avvenuta durante una battuta di caccia, Margherita non trovò ospitalità né presso la famiglia di Arsenio, né presso il padre: si diresse così a Cortona.
Qui entrò in contatto con i frati francescani che le trovano una sistemazione presso un famiglia cittadina e la seguirono nel suo percorso di conversione. Dopo tre anni di insistenza fu ammessa nel Terzo Ordine francescano e si dedicò totalmente alla preghiera e all'aiuto ai poveri ed ammalati. Organizzò, con alcune volontarie chiamate Poverelle, l’assistenza gratuita a domicilio. Nel 1278 fondò l’Ospedale Casa di Santa Maria della Misericordia.
Gli ultimi anni della sua vita li passò in meditazione e preghiera presso la chiesa di San Basilio – oggi la basilica di Santa Margherita – che lei stessa fece restaurare. Morì nella celletta accanto alla chiesa il 22 febbraio 1297.